Enciclopedia giuridica del praticante

 

Lezioni di procedura civile

11. Deroghe alla competenza per ragioni di connessione

Doc.- Gli articoli 103 e 104 , su cui ci siamo intrattenuti nella lezione precedente X , consentono , sì , il cumulo di domande , ma non consentono deroghe alla competenza: se Bianchi volesse convenire in giudizio Rossi e Verdi , l'uno residente a Genova, l'altro a Milano , ancorché le due domande fossero connesse per il titolo , in forza semplicemente dell'articolo 103 non lo potrebbe fare .

Deroghe alla competenza per ragioni di connessione sono , sì , previste dal codice ma, non negli articoli 103 , 104 , bensì negli articoli 31 e seguenti.

Disc.- Penso che tali deroghe si giustifichino con la volontà legislativa di evitare giudicati contraddittori .

Doc.- Lo escluderei : quello di impedire la contraddittorietà dei giudicati non é più uno scopo , che il legislatore oggi sembra proporsi ; lo dimostra il fatto che il nostro codice di procedura penale , tale scopo , ha ormai rinunciato a perseguirlo : esso per nulla si preoccupa che una sentenza civile , sul risarcimento dei danni derivanti da fatto illecito penalmente , contrasti con la sentenza penale che , tale fatto illecito, accerta. Io piuttosto riterrei che la maggior parte delle deroghe si giustifica col principio di economia processuale ( evitare che un giudice debba ripetere , per accertare il fondamento di una domanda , l'accertamento già operato in relazione ad un'altra domanda) . Solo per le deroghe previste dagli articoli 32 e 33 non mi rifarei a tale principio.

Disc.- Vuoi dire che tali deroghe sono giustificate dalla volontà di impedire la contraddittorietà dei giudicati ?

Doc.- No . Le deroghe di cui agli articoli 32 ,33 , a cui mi sono ora riferito , impediscono , sì , la contraddittorietà dei giudicati ; ma non é questo lo scopo da loro perseguito . Lo scopo che - concedendo tali deroghe e , quindi , consentendo il cumulo di cause che altrimenti ricadrebbero nella competenza di uffici diversi - il legislatore in realtà si propone , é di evitare l'errore che la contraddittorietà dei giudicati rivelerebbe ( non questa in sè e per sè ) . E ciò contando sul fatto che il cumulo apra per così dire l'ingresso nel processo a delle parti in grado , nella dialettica del contraddittorio , di fornire al giudice utili elementi di diritto e soprattutto di fatto.

Disc.- Fa degli esempi .

Doc.- Pensa al caso in cui Rossi sia convenuto davanti al tribunale di Genova ( dato che a Genova egli risiede – art. 18 ) da Bianchi , che rivendica la proprietà dell'immobile , che Rossi ha acquistato da Verdi residente a Firenze ( e in forza di un contratto stipulato , non a Genova , ma a Firenze ): se non fosse stabilita una deroga alla competenza ( la deroga prevista dall'articolo 32 ) , Rossi non potrebbe convenire Verdi davanti al giudice di Genova ( a che possa contraddire in fatto e in diritto la domanda del rivendicante Bianchi ) : con il risultato che il giudice ( della causa di rivendica ) sarebbe privato di tutte quelle allegazioni e di tutte quelle prove che solo Verdi ( il dante causa di Rossi ) e non Rossi ( l'avente causa ) é in grado di dedurre .

Disc.- Chiarito questo , é tempo di passare all'esame dei vari articoli che prevedono le deroghe alla competenza . Cominciando dall'articolo 31 che – sotto la rubrica “Cause accessorie” - recita : “ La domanda accessoria può essere proposta al giudice territorialmente competente per la domanda principale affinchè sia decisa nello stesso processo osservata , quanto alla competenza per valore , la disposizione dell'articolo 10 , secondo comma” .
Prima domanda , quand'é che una domanda B deve ritenersi “accessoria” a un'altra domanda A ?

Doc.- La domanda B si deve ritenere accessoria della domanda A (c.d. domanda principale ) quando l'accertamento della sua fondatezza dipende dalla risposta data alla domanda A . Pensa alla domanda per il pagamento degli interessi legali : essa é accessoria alla domanda per ottenere il pagamento del capitale , dal momento che essa ( id est , la domanda degli interessi ) va respinta se questa ( id est , la domanda per il capitale ) é stata respinta . Pensa ancora al caso di Tizio , che propone una domanda ( possessoria ) di reintegra ( dopo uno spoglio subito ) e altresì propone una domanda per ottenere il risarcimento dei danni conseguiti al preteso spoglio subito : é chiaro che , il riconoscimento del diritto al risarcimento , dipende dalla risposta data alla domanda di reintegra : se si accerta che non c'é stato spoglio , si deve negare il risarcimento .

Disc.- Però mi pare che negli esempi da te fatti il cumulo delle due domande , quella principale e quella accessoria , si possa ottenere , facendo semplicemente buona applicazione degli articoli 18 e seguenti ( e , per quel che riguarda in particolare il secondo esempio , dell'articolo 20) ; senza necessità di operarvi nessuna deroga .

Doc.- E' verissimo quel che tu dici ; e in effetti , secondo me, le ipotesi , in cui é necessario fare applicazione dell'articolo 31 , sono veramente poche . Se si vuole costruire in vitro una di tali ipotesi , si può pensare a Tizio che , con la domanda A, rivendica contro Caio la proprietà di un immobile posto nel comune di Genova ( art. 21 : sulla domanda sarebbe competente il tribunale di Genova , forum rei sitae ) e che con la domanda B chiede ( argomentando dall'art. 1148 C.C. ) il rimborso delle somme che Caio , possessore in mala fede , ha riscosso in base a un contratto stipulato nella città di sua residenza , Torino ( per cui il foro competente per tale seconda domanda sarebbe , sia per l'art.18 che per l'art.20 , non più Genova , ma Torino ; cosa per cui effettivamente nell'ipotesi per ottenere il cumulo delle due domande , A e B , davanti al tribunale di Genova , dovrebbe farsi applicazione dell'articolo 31 ).

Disc.- L'articolo 31 contempla una deroga solo per la competenza territoriale ( e non anche per la competenza per valore ) , infatti l'incipit di tale articolo suona “ La domanda accessoria può essere proposta al giudice territorialmente ecc. ecc.” ; ciò significa che se la domanda principale A ( valore = diecimila ) é di competenza del tribunale e la domanda accessoria B ( valore = tremila ) é di competenza del giudice di pace , il cumulo tra le due domande non si può fare ?

Doc.- No , il cumulo si può sempre fare ( e in capo naturalmente al tribunale ) . E il legislatore non si preoccupa di autorizzare una deroga alla competenza per valore , per quel che riguarda la domanda B , per il semplicissimo motivo che egli ritiene di aver già nell'articolo 10 autorizzato , sia pur implicitamente , che anche per la domanda B sia competente il tribunale – questo stabilendo che in caso di cumulo di domande , ai fini di stabilire la competenza , non si deve far riferimento ai valori delle singole domande , ma alla sommatoria dei loro valori.

Disc.- Sì , ma mi pare che , con il disposto dell'articolo 10 , il legislatore risponda solo alla domanda “ che valore va attribuito alla causa in cui le domande A e B sono cumulate” , mentre la domanda che io mi ponevo era “ le domande A e B , che di per sé rientrerebbero nella competenza per valore di giudici diversi , possono essere cumulate ?” : é a questa domanda che il legislatore doveva prima rispondere !

Doc.- Sì , hai ragione : logica vorrebbe che , prima , si verificasse se le due domande A e B rientrano nella competenza dello stesso giudice ( eventualmente in forza di una norma che autorizza la deroga alla competenza per valore ) e , in caso che tale verifica sia positiva , si provvedesse al loro cumulo . Ma il nostro legislatore é fatto così : ogni tanto sragiona . Comunque vi é una comunis opinio nel senso che l'articolo 31 non contenga una deroga alla competenza per valore solo per il semplice motivo che tale deroga implicitamente é prevista dall'articolo 10 .

Disc.- L'articolo 31 prevede che la domanda accessoria possa essere proposta al giudice della domanda principale , ma non viceversa , cioé non prevede che la domanda principale ( nell'esempio prima fatto , la domanda di reintegra ) possa essere proposta davanti al giudice della domanda accessoria ( nell'esempio , la domanda di risarcimento) : perché ?

Doc.- La regola che la domanda accessoria deve proporsi al giudice competente per la domanda principale e non viceversa ( regola a cui peraltro il sesto comma dell'art.40 pone un'eccezione , quando la domanda principale pende davanti al giudice di pace e la domanda accessoria pende davanti al tribunale ) si spiega con la volontà legislativa di restringere al massimo il potere dell'attore nella scelta del Foro . Questo soprattutto per scongiurare il fenomeno delle domande “fittizie” ( o simulate ) proposte maliziosamente per determinare una deroga alla competenza : la domanda principale A sarebbe di competenza del tribunale di Torino ( ciò che a me , attore , dispiace perché risiedo a Genova ) ? propongo ( ancorché infondata ) la domanda accessoria B , di cui sarebbe competente il tribunale di Genova , e...il gioco é fatto ; o meglio , sarebbe fatto se il legislatore previdentemente non impedisse lo spostamento della domanda principale nel Foro della domanda accessoria .

Disc.- Ma é un po' difficile , per Tizio , che agisce in giudizio , costruire una domanda fittizia senza la collaborazione del convenuto ; ed é ben difficile che i rapporti dell'attore col convenuto siano tanto amichevoli da permettere tale collaborazione .

Doc.- E in effetti , il fenomeno delle domande fittizie o simulate ( proposte ai fini di ottenere un non dovuto spostamento della competenza ) , si verifica soprattutto nei processi con pluralità di parti , in cui l'attore , in aggiunta all'avversario vero , conviene in giudizio un “avversario-testa di paglia” . A limitare tale pericolo , nelle cause con chiamata in garanzia ( previste dall'articolo 32 , che subito passeremo ad esaminare ) già pensa il legislatore , imponendo la regola ( che peraltro ha un'eccezione nel comma sesto art.40 per il caso di domande proposte ,l'una davanti al giudice di pace , l'altra davanti al tribunale ) che la domanda di garanzia sia proposta “ al giudice competente per la causa principale” ( e non viceversa ) . Per cui il fenomeno delle domande fittizie attecchisce soprattutto nei processi con pluralità di parti previsti dall'articolo 33 ; e la Giurisprudenza della Suprema Corte lo combatte ammettendo che il giudice possa dichiararsi incompetente quando ictu oculi la domanda propostagli risulta “fittizia”.

Disc.- Lo sradicamento della causa accessoria dalla sua competenza naturale , certamente accettabile quando sacrifica un foro facoltativo ( il forum personae , il forum obligationis...) , diventa assai meno accettabile quando sacrifica un foro “esclusivo” ( ad esempio , il forum sucessionis , art.22 ) e diventa addirittura penoso , ci si perdoni il termine , quando sacrifica un foro , per l'articolo 28 , inderogabile ( ad esempio , il forum executionis , art.26) – e sembrerebbe quindi che il legislatore , una volta stabilito che per la causa accessoria B é competente inderogabilmente , metti , il foro ambrosiano , poi non possa aprire una strada facilmente percorribile all'attore e al convenuto , che concordemente scelgano per la causa principale un foro ai fini di sradicare la causa accessoria dal Foro per lei così inderogabilmente stabilito ( per la causa accessoria sarebbe inderogabilmente competente il Foro di Milano e sempre nel Foro di Milano potrebbe o dovrebbe , ma questa volta non inderogabilmente , essere radicata anche la causa principale ? le parti concordemente derogano , per la causa principale , alla competenza del foro ambrosiano optando per il foro partenopeo e così ...spostano la competenza della causa accessoria , ancorché questa competenza per l'articolo 28 sia inderogabile ) . Tu che cosa ne pensi '

Doc.- Dopo il tuo così serratamente logico ragionamento non posso che pensare che la vis atractiva della causa principale si operi sempre sulla causa accessoria , ma non quando comporterebbe lo sradicamento di questa da un Foro inderogabilmente per lei stabilito . A questa conclusione farei eccezione in forza del disposto del sesto comma dell'articolo 40 solo quando l'una delle due cause sia di competenza del giudice di pace e l'altra sia di competenza del tribunale : in tal caso si deve ritenere che la causa del tribunale sviluppi tale forza attrattiva da sradicare quella del giudice di pace anche da una competenza inderogabile .

Disc.- Ma poniamo che , invece , il giudice accolga , dell'articolo 31 , un'interpretazione contraria alla tua : i destini delle due domande si divaricano : la domanda accessoria B resta di competenza del tribunale di Milano e la domanda principale A é di competenza del tribunale di Napoli : che fa questo ? si mette ad accertare il fondamento della domanda principale A , come già sta facendo il tribunale di Milano ?

Doc.- No , in tal caso il tribunale di Napoli dovrebbe sospendere la causa , in applicazione dell'articolo 295 , che – sotto la rubrica “ Sospensione necessaria” - recita : “Il giudice dispone che il processo sia sospeso in ogni caso in cui egli stesso o altro giudice deve risolvere una controversia dalla cui definizione dipende la decisione della causa”.

Disc.- A questo punto possiamo passare all'esame dell'articolo 32 , che – sotto la rubrica “Cause di garanzia” - recita : “ La domanda di garanzia può essere proposta al giudice competente per la causa principale affinchè sia decisa nello stesso processo. Qualora essa ecceda la competenza per valore del giudice adito questi rimette entrambe le cause al giudice superiore assegnando alle parti un termine perentorio per la riassunzione” . Tu hai già detto sulla ratio dell'articolo 32 : aprire la porta della causa principale al terzo-garante , a che vi porti il suo contributo di conoscenze e di argomentazioni . Vuoi ora portare qualche esempio di applicazione di tale articolo ?

Doc.-Certamente . Pensa a Tizio che , fideiussore di Caio , viene convenuto in giudizio dal creditore di questi , Sempronio : chiaramente egli ha interesse a che il dictum del giudice , che , alla fine , definirà il processo , vincoli anche Caio : questo per non sentirsi dire quando , pagato Sempronio, si rivolgerà a lui per essere rimborsato : “ Ma che hai pagato a fare : io nulla dovevo a Sempronio per questo e quest'altro motivo”.

Disc.- E come può , Tizio , ottenere questo ?

Doc. Coinvolgendo Caio , il debitore garantito, nel processo intentato dal creditore ; in altre parole , proponendo contro di lui la c.d. “domanda di garanzia” e facendolo così diventare “parte” di questo processo ( con tutti i poteri che alle parti processuali competono : dedurre prove, svolgere argomentazioni ) , di modo che in un domani egli non possa più dire “ Ma al giudice doveva essere fatto presente questo e quest'altro” senza sentirsi rispondere “ Se tanto andava fatto presente , toccava a te, che eri parte , con tutti i poteri delle parti , farlo presente : per cui ora , zitto e rimborsami”.

Disc.- Ma Caio potrebbe risiedere a Genova , per cui , per l'articolo 18 , al giudice di Genova la domanda di garanzia andrebbe rivolta ; mentre il creditore Sempronio ha convenuto il fideiussore Tizio davanti al giudice di Milano.

Doc.- E' proprio qui che entra in gioco l'articolo 32 : tale articolo infatti consente a Tizio di convenire Caio “ davanti al giudice competente per la causa principale ( nel caso , davanti al giudice davanti a cui pende la causa proposta da Sempronio contro Tizio ) affinché sia decisa nello stesso processo” . Un altro esempio di applicazione dell'articolo 32 potrebbe essere questo : Tizio conviene in giudizio Caio , condebitore solidale con Sempronio , davanti al giudice Primus e Caio propone una domanda di garanzia contro Sempronio : anche qui Caio potrà proporre tale domanda ( di garanzia ) davanti al giudice Primus , in deroga alle norme generali che disciplinano la competenza per territorio e per valore , solo grazie all'articolo 32 .

Disc.- Che succede se la domanda principale ha il valore di cinquemila ( e pertanto rientra di per sé nella competenza del giudice di pace ) e la domanda di garanzia ha il valore di diecimila (quindi eccede la competenza del giudice di pace e rientra in quella del tribunale )?

Doc.- Te lo dice l'ultima parte dell'articolo 32 in esame : Il giudice rimette la decisione di entrambe le domande al tribunale .

Disc.- E se la domanda principale ha valore di quattromila e pure di quattromila é il valore della domanda di garanzia , si deve fare la sommatoria dei due valori ai sensi dell'articolo 10 , con la conseguenza di attribuire la decisione di entrambe le domande al tribunale ?

Doc.- No , perché l'articolo 10 si applica solo alle “domande proposte nello stesso processo contro la medesima persona” .

Disc- Quindi ?

Doc.- Quindi resterà competente per entrambe le domande il giudice di pace .

Disc.- Possiamo passare all'esame dell'articolo 33 ; il quale – sotto la rubrica “Cumulo soggettivo” - recita : “Le cause contro più persone che a norma degli articoli 18 e 19 dovrebbero essere proposte davanti a giudici diversi , se sono connesse per l'oggetto o per il titolo , possono essere proposte davanti al giudice del luogo di residenza o domicilio di una di esse per essere decise nello stesso processo”. Quel che balza subito agli occhi dal confronto tra l'articolo 33 e l'articolo 103 - articolo questo da noi preso in esame parlando dei limiti in cui il legislatore ammette il cumulo soggettivo quando esso per realizzarsi non implica una deroga alla competenza – é che nell'articolo 33 non si fa più riferimento , come elemento giustificatore del cumulo , al fatto che “ la decisione dipenda totalmente o parzialmente dalla risoluzione di identiche questioni”.

Doc.- Ciò non ti deve meravigliare ; infatti , come ebbi già a dirti , il legislatore quando deve decidere se ammettere il cumulo di due domande – la domanda A e la domanda B – , pone . su un piatto della bilancia , gli inconvenienti , che può comportare la deroga alle norme generali sulla competenza , e , sull'altro piatto della bilancia, l'importanza degli elementi ( in diritto , ma soprattutto in fatto ) che , chi é parte di una causa , può portare per l'accertamento della fondatezza della domanda di cui si discute nell'altra causa . Ora , quando la questione identica , che hanno le due cause , verte su un fatto costitutivo, estintivo , modificativo dei diritti fatti , nelle due cause , valere ( idest, nella terminologia legislativa , le due cause hanno lo stesso titolo ) , é ben presumibile che , chi é parte in una causa , apporti nell'altra elementi di rilevante importanza ; e lo stesso é da ripetersi quando le due cause hanno lo stesso oggetto ( perché l'identità dell'oggetto quasi sempre determina il sorgere di questioni identiche sui fatti costitutivi, estintivi ecc. : Bianchi , vittima di un incidente stradale , domanda il risarcimento al suo trasportatore Rosati e al conducente dell'auto antagonista , Rossi : non é evidente che in entrambe le cause si porrà la questione dell'esistenza di quella colpa , nel condurre l'auto , che sarebbe fatto costitutivo della responsabilità di Rosati e/o di Rossi ?) . Se invece il legislatore ammettesse il cumulo delle cause A e B sul semplice presupposto che esse dipendono dalla soluzione di un'identica questione , siccome questa potrebbe essere una questione marginalissima, ci sarebbe il rischio di accettare gli svantaggi , insiti nel sacrificio delle norme sulla competenza , per poi ottenere un del tutto insignificante apporto nell'accertamento dei fatti veramente rilevanti nelle cause. Ed é questo un rischio che il legislatore non vuole evidentemente correre .

Disc.- Confrontando ancora l'articolo 103 e l'articolo 33 , io noto un'altra differenza : mentre l'articolo 103 ammette il cumulo attivo ( ammette che i concreditori Caio e Sempronio agiscano nello stesso processo contro il comune debitore Cornelio ) , l'articolo 33 ammette solo il cumulo passivo ( il cumulo delle domande del creditore Tizio contro i condebitori Caio e Cornelio ) : perché questo ?

Doc.- Il perché é molto semplicemente da ravvisarsi nel fatto che il cumulo attivo , per realizzarsi , non necessita di una deroga alla competenza : i concreditori Caio e Sempronio vogliono cumulare le loro domande contro il condebitore Cornelio che risiede a Torino ? semplice , basta che entrambi citino Cornelio davanti al giudice di Torino , come ne dà a loro facoltà l'articolo 18 .

Disc.- La lettera dell'articolo 33 sembra ammettere la deroga alla competenza solo nell'ipotesi di “ cause contro più persone” : che si fa quando non ci sono più cause ma c'é una sola causa , sempre però contro più persone , come nel caso di una domanda di disconoscimento della paternità ( art.247 C.C.) in cui l'attore deve convenire in in giudizio sia il figlio disconoscendo che la di lui madre ?

Doc.- Semplice , si interpreta estensivamente l'articolo 34 ; per cui nell'esempio da te fatto , la causa potrà essere radicata sia nel foro della madre che in quello del figlio.